Al Teatro Astra di Torino, è andato in scena “Sur les traces du ITFO”, opera dello sceneggiatore, regista e scenografo francese Michel Laubu, che sul palco “anima” anche uno dei protagonisti della pièce di sua invenzione.
Ospitato all’interno del cartellone del TPE (Teatro Piemonte Europa), lo spettacolo ha debuttato a Torino come Prima Nazionale.
Il cast poggia su quattro personaggi dalle sembianze antropomorfe, magistralmente mossi da Marie-Pierre Pirson, Caroline Cybula, Emili Hufnagel, oltre allo stesso Laubu, e con il cruciale contributo musicale di Laurent Vichard e Frédéric Roudet; la scena si svolge nell’immaginario mondo di Turakie, in cui tornano a prendere vita oggetti vecchi ed abbandonati, nuovamente utilizzabili, ma funzionanti con meccanismi quantomeno originali.
La storia si sviluppa in poco più di un’ora, ma non ci sono buchi nello svolgimento performante, poiché il pubblico è continuamente fagocitato dalle trovate sceniche messe in opera dagli attori: tenerezza, spavento, ilarità si susseguono con calibrata gradevolezza all’interno di una vicenda che offre molti spunti di riflessione, capaci di essere compresi non solo grazie al linguaggio universale di Turakie (un misto di inglese, francese e tedesco maccheronici), ma soprattutto dalle movenze gestuali dei protagonisti.
Infine, ma certamente non da ultimo, il ruolo della musica (visto che le figure sul palcoscenico appartengono tutti ad un ensemble musicale), eseguita, trasformata e reiventata con formule espressive oscillanti fra la classica e l’elettronica, mettendo in campo chitarre elettriche suonate distorte con il ferro da stiro, fisarmoniche azionate dai pedali di bicicletta o giradischi sul cui piatto suona il coperchio di una pentola.