Riferimenti memoriali, rimandi fantasiosi, romantiche evocazioni fanno parte degli elementi permeanti che connaturano le risultanze pittoriche di Sonia Carella, la quale, ad un’innata ed incondizionata attitudine nei confronti del mondo dei colori, ha saputo e voluto affinare il proprio percorso formativo attraverso studi regolari ad indirizzo artistico.
I suoi lavori, quasi sempre contrassegnati da una spiccata dose di leggibilità ed immediatezza (dettate da un impianto figurativo classico sul quale poggia l’intera operazione creativa dell’artista piemontese), sottendono e fagocitano significanze più profonde, in cui il soggetto (preponderantemente femminile) diviene l’emblema di una recuperata armonia fra l’essere umano, il mondo animale e la natura nel suo insieme.
Quest’ultima, seppure apparentemente inanimata, non solo assurge al rango di determinante scenario delle sue tavole, ma si trasforma in entità dialogante e pervadente di tutto ciò che all’essere umano appartiene, con pertinenti riferimenti alla vita, alla morte, all’amore.
I richiami –tanto contenutistici, quanto formali– all’universo dei preraffaelliti (ed al mito di Ofelia in particolare) altro non sono che una rivisitazione attualizzata di come sia imprescindibile (oggi più che mai) il recupero di quell’armonia perduta, che nella mitologia, nella favolistica e nelle leggende, incasellate da Sonia Carella nella dimensione del non-tempo, ritrovano la propria ragion d’essere.