Sotto la titolazione di Structurae si delinea l’articolato progetto fotografico elaborato dal Collettivo Alchemico.
Frutto di una sinergica ed accrescente concezione artistico-scientifica, la serie dei pannelli ha per soggetto, o meglio, per protagonista, una modella, metafora della manifestazione della vita.
Per quanto di prassi sia arduo dare una definizione didascalica ad un’opera d’arte, all’approccio ottico intessuto con abilità (in virtù dell’audace evidenza degli scuri attraverso un procedimento messo a punto per sottrazione di luce, di dettagli leziosi, di movimento, di espressione), è originalmente accostato quello scientifico, non tanto per gli stilemi tecnico-esecutorî, quanto nella fedele riproduzione e nel corretto posizionamento sul corpo umano delle strutture chimico-molecolari, le quali divengono arte esse stesse.
Ed è proprio nella capacità di contestualizzare un’asettica formula biochimica che risiede la forza propositiva del sodalizio capitanato da Carlo Benzo, Giorgio Chiandussi, Antonio Crisà, Nicola Gallio e Paola Rivolo, il quale eleva e pone in rilievo tutti quegli elementi invisibili, ma vitali, che rendono unico ciascuno di noi.
Rompendo l’assioma secondo cui la fotografia documenta il visibile fermandolo nel tempo, con Structurae il Collettivo Alchemico sublima impersonali concatenazioni di particelle molecolari, facendole assurgere -al pari della modella ritratta- al rango di elemento causale e di discrimine della peculiarità nell’essere umano.