Artisti

La poliedricità espressiva nell’arte di Mihai Criste

Quello della creatività è un dono che appartiene a pochi; ma saper dipingere e trasferire le proprie emozioni attraverso le tecniche più disparate con la medesima efficacia è davvero appannaggio di un’esigua minoranza.

All’interno di questo ristretto novero rientra indubitabilmente Mihai Criste, nato a Deva in Romania nel 1975.
La perizia e la disinvoltura con cui agisce nell’utilizzo degli strumenti espressivi e nei contenuti ne fanno un’interessante firma del presente.
Osservando le sue opere ci si addentra in un caleidoscopico mondo capace di raccontare, per mezzo del segno e del colore, di come il presente tragga forza dal passato.
Facendo tesoro degli insegnamenti ricevuti ed attingendo dalla ricerca dei grandi autori, Mihai Criste coniuga la scelta del soggetto con l’individuazione del tono e della forza del gesto dispositivo, dando corpo ad un microcosmo capace non solo di rendere vive le sue scansioni, ma di trasferirvi messaggi dalla più ampia interpretabilità.
Agendo prevalentemente nel territorio della raffigurazione, egli riesce ad infondere sulle tele sensazioni e concetti di per sé impalpabili, come il mistero, l’attesa, la nostalgia, la stanchezza, il calore, la mancanza, la solitudine, la speranza, l’assenza, con risultanze convincenti ed efficaci, che si tratti della pittura ad olio, dell’acquerello, del carboncino, della gouache, dell’acrilico o della matita.
Criste può così agevolmente scegliere con quale abito “vestire” i suoi pensieri, con quale strumento dare voce alla propria interiorità, riuscendo a spaziare della lezione tardo-impressionista (soprattutto quella tipica del luminismo di Joaquin Sorolla) alla dimensione surrealista, declinando e proponendo aforismatiche finestre sul mondo e sulla storia, sempre in perfetto equilibrio fra cuore e mente.
Una nota a sé meritano i lavori in bianco e nero, dove l’essenzialità del tratto e la disposizione delle sfumature sono le protagoniste di un processo fatto di chiaroscuri, ma anche – se non soprattutto – di sottrazione, riconducendo il risultato all’essenza primigenia del fare arte.
Laureatosi presso l’Istituto di Arti Visuali “Ion Andreescu” di Cluj Napoca e membro dell’Unione degli Artisti Plastici in Romania, Mihai Criste vanta da più di vent’anni numerose collaborazioni editoriali in veste di illustratore, nonché qualificanti partecipazioni a rassegne artistiche dal respiro internazionale, non solo presso il suo paese d’origine, ma anche negli Stati Uniti, in Ungheria, in Svizzera, in Austria ed in Italia, con affermazioni di spicco a Ferrara, Roma, Milano e Fiuggi, dove i suoi dipinti “Rivelazioni di luce in Piazza San Marco”, “Tre cuccioli”, “Venditore di asciugamani” e “Un amore estivo” sono stati selezionati per il festival mondiale della cultura “Universo Arte…e non solo”.

Enzo Nasillo Critico d’arte e Presidente di Orizzonti Contemporanei



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