Una delle (giustificate) accuse mosse negli ultimi decenni al mondo dell’arte è quella di nascondere talvolta la propria inconsistenza dietro moduli espressivi atti a manifestare una vera e propria incomprensibilità, adducendo a mo’ di attenuante quello di definirsi concettuale.
Di segno diametralmente opposto può essere definita l’intera operazione pittorica di Ezio Sanguineti, artista e scrittore piemontese prematuramente scomparso nel 2016, il quale, facendo della semplicità segnico-cromatica la propria cifra stilistica, ha raccontato per immagini situazioni antropologiche, categorie filosofiche e realtà sociali dalla profonda caratura.
Principiando da autodidatta e muovendosi da amatore all’interno del panorama artistico contemporaneo, egli ha tentato -sovente riuscendo- di porre e di proporre visivamente al prossimo (ed a se stesso in primis), i grandi misteri che da sempre interrogano l’essere umano sul significato tanto imminente quanto trascendente dell’esistenza.
Sanguineti ha saputo procedere creativamente esplorando tanto il campo della pittura quanto agendo nel territorio della letteratura, operando di pari passo con strumenti definibili come vicendevolmente ancillari, se si considerano gli elaborati contenuti all’interno del libro “I racconti dell’Io errante”, pubblicato per i tipi di Alhena Editore nel 2020, fra le cui pagine si alternano 32 brevi storie contrappuntate da ironia e paradossi, amarezza e contraddizioni, suggestioni e delusioni, aspirazioni e rivincite, tutti quanti protesi ad indagare con arguzia quegli aspetti dell’animo umano che, a distanza di secoli e a discapito dell’approccio razionalistico-tecnologico che pervade il nostro presente, continuano a riproporsi alla stregua di un grande enigma irrisolto.
La sua arte, fatta di forme semplici e di contenuti complessi, è stata portata ed apprezzata nel corso degli ultimi anni presso Villa Boriglione a Grugliasco nell’ambito della Rassegna Artistica “Life in Nature – Corsi e Ricorsi”, a Mazzé per la Rassegna “Echi d’Arte”, a Gattinara (“BorderArt”) nelle sale di Villa Paolotti sede dell’EcoMuseo, ma soprattutto a Sestriere, dove fra le amate montagne del suo Piemonte, auspice l’amministrazione comunale, ha avuto luogo nella sede espositiva più alta d’Europa una retrospettiva ospitata nell’ambito della VI Edizione della Rassegna Artistica Internazionale “Vette d’Arte”, nel corso della quale è stato deliberato dalle istituzioni l’assegnazione di un riconoscimento alla sua memoria, in virtù dell’incisività artistico-letteraria rilasciata nel mondo della cultura.
Una rosa scelta, che consta di 6 suoi lavori dalla marcata matrice aforismatica, è stata selezionata come emblema dell’arte del presente per il Calendario 2023 di Orizzonti Contemporanei – Alhena Editore.