Si è spenta il 25 settembre scorso, nella sua casa del quartiere Vanchiglia di Torino, all’età di 97 anni, la pittrice Carol Rama. Una vita dedicata all’arte, inizialmente intesa come strumento per esorcizzare il dolore per la morte in tenera età del padre, un industriale del settore metalmeccanico, e la conseguente malattia psichiatrica della madre.
Nata a Torino il 17 aprile 1918, Olga Carolina Rama si distingue per il suo anticonformismo già a partire dalla metà degli anni Quaranta, durante i quali esegue acquerelli di donne nude, talvolta coi corpi amputati degli arti e su letti di contenzione o sedie a rotelle, tanto provocanti e provocatori per l’epoca da risultare inaccettabili: la sua prima Mostra Personale presso la Galleria Faber di Torino nel 1945 fu bloccata e le opere sequestrate.
Anche se autodidatta per formazione, ha affinato il suo stile frequentando Felice Casorati, venendo nel 1948 invitata alla Biennale di Venezia e facendovi ritorno nel 1950, nel 1956, nel 1993 (su segnalazione di Achille Bonito Oliva che le ha dedicato una sala personale) ed infine nel 2003, quando ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera.
Amica nella sua Torino del poeta Edoardo Sanguineti e di altri intellettuali, fra cui Albino Galvano, Italo Calvino, Massimo Mila e Carlo Mollino, a New York frequentava Andy Warhol, Man Ray ed Orson Wells.
La fama internazionale l’ha raggiunta alla soglia dei 94 anni, quando nel 2014 il Macba (Museu d’Art Contemporani de Barcelona) le ha dedicato una mostra monografica con 200 opere che, proseguita nella primavera del 2015 al Mam (Musée d’Art Moderne) di Parigi, approderà alla Gam (Galleria d’Arte Moderna) di Torino alla fine del 2016, dopo le tappe di Helsinki e di Dublino.