«Dal silenzio dell’est alla voce del sogno» si sustanzia come una silloge in grado di condurre il lettore all’interno di un viaggio interiore, dove la forza, il riscatto, la propensione all’ascolto (di sé in primis), la sublimazione costruttiva delle sofferenze, la ricerca di un luogo dell’anima, si appalesano come dei veri e propri ingredienti dello spirito.
Assaporandone le liriche, emerge in maniera predominante un’insopprimibile attitudine volta alla ricerca del proprio io e di quanto ha determinato la sua essenza.
Si tratta di un cammino sintonico, nell’ambito del quale Andriana Ura estrapola, per il tramite di un procedimento tanto decantatorio quanto declaratorio, tutte quelle esperienze, sia liete sia dolorose, che l’hanno condotta a conquistare nei fatti lo status di cittadina del mondo, ma sempre in grado di mantenere ben salde le proprie radici e di alimentarle con orgoglio e perseveranza.
Il suo è uno stile incisivo, strutturato in versi brevi, immagini eteree e costrutti terminologici vividi, dove il vigore del ritmo diviene strumento al servizio di contenuti dall’alta valenza.
La forza aforismatica ed evocatrice della sua poesia risiede nel porgere concetti dalla caratura universale con quartine capaci di aprire finestre sull’infinito, tanto sotto l’aspetto immanente, quanto sotto il profilo imminente, con prospettive di luce rivolte a tutti quegli aspetti unificanti dell’umano vivere.
Enzo Nasillo