“Sulle tracce del bocconotto perduto” è il romanzo che segna il debutto sulla scena editoriale di Giuseppe Mazzilli.
Per gli argomenti ed i protagonisti dell’opera l’autore trae la propria linfa ispirativa da quelle che sono le sue radici pugliesi, essendo egli nato a Candela nel 1949.
Vizi, virtù, tic, manie o debolezze umane prendono forma all’interno di un microcosmo sociale ricostruito da chi tali situazioni le ha osservate da vicino, quando non addirittura in prima persona.
Infatti, se per un verso le tumultuose vicende narrate, dense di paradossi, colpi di scena e sconvolgimenti ai limiti dell’assurdo, scaturiscono dalla fantasia dello scrittore, nondimeno esse sono fortemente debitorie delle esperienze personali, degli aneddoti raccontati a voce e delle storie cui Mazzilli stesso ha avuto modo di assistere nel corso della propria infanzia, prima di emigrare alla volta di Torino.
La febbrile ricerca del famoso (ma per ciò che tale ricerca comporta sarebbe più appropriato dire famigerato) bocconotto altro non è che lo spunto per poter sviluppare una catena di eventi provocata da una serie di personaggi a tutto tondo che per via di trovate talvolta bizzarre, gli escamotages a cui ricorrono e le disavventure delle quali sono vittime sembrano per questi aspetti presi in prestito dal mondo della commedia dell’arte.
Il loro sarcasmo, la loro ironia, il loro buon senso danno vita a situazioni e dialoghi vividamente avvincenti, i quali generano situazioni tanto reali, quanto surreali in grado di tenere il lettore sul filo di lana fino al termine dell’ultima pagina.