Dopo l’esordio editoriale avvenuto nel 2015 con “L’educazione cinematografica”, Domiziano Pontone abbandona temporaneamente la saggistica ed il suo viscerale amore nei confronti della settima musa per concentrare il proprio focus argomentativo in direzione di un altro campo a lui ben noto, quello del viaggio e della sempre desta attenzione nei riguardi di ogni Stato del globo da lui visitato.
L’opera poggia su una ben delineata struttura narrativa, la quale si dipana attraverso 42 storie indipendenti, ambientate in 42 diverse nazioni, quelle ad oggi personalmente conosciute dall’autore, vuoi per ragioni lavorative, vuoi per trascorrere le vacanze.
Ogni racconto rappresenta un affresco a sé, introducendo il lettore in medias res, con degli incipit che a volte riportano alla memoria gli impianti lessicali di Cesare Pavese di “Paesi tuoi” o di “La casa in collina”, sviluppando una struttura narrativa efficace, arricchita da pertinenti riferimenti sui luoghi in questione.
Uniformità nella diversità: infatti se per un verso tutti i 42 racconti occupano, nel dipanarsi della vicenda, la tassativa lunghezza di 8 pagine, per un altro l’insieme dei protagonisti rappresentano un vero e proprio campionario dell’umanità contemporanea, dove ogni individuo cela i propri segreti, riscopre ricordi sopiti dallo scorrere del tempo, si trova dinanzi a situazioni che non avrebbe mai immaginato di vivere, si vede posto dinanzi a scelte che non danno spazio al compromesso, e così via.
Il tutto tassativamente contrassegnato da un colpo di scena alla fine di ogni storia, cosa che porta quasi sempre al sovvertimento dell’idea che il lettore si fa nel corso delle pagine precedenti.
Un libro che può essere centellinato nell’assaporamento di una novella al giorno (come una sorta di moderno Decamerone), così come letto tutto d’un fiato, viaggiando con la fantasia ed attraversando i fusi orari del pianeta senza muoversi da casa.